Lanzarote vista (e non vista) da me
Vista dall’alto Lanzarote, nelle Canarie, sembra un’isola deserta. Ed effettivamente è un luogo che ha molto del deserto, se non fosse per quelle poche casette (rigorosamente di colore bianco) che popolano l’isola qua è là.
Più piccola della vicina Fuerteventura, dalla quale dista in linea d’aria solo pochi chilometri, è un’isola che si può (e si deve) girare in lungo e in largo. Affittate una macchina (non spenderete molto) e godetevi l’arido ed insolito paesaggio fatto di pietra lavica in contrasto con il blu del mare e il bianco delle case.
A differtenza di Fuerteventura, dove il turismo degli anni ’70 ha visto la nascita di veri e propri ecomostri (l’albergo sulle dune di Corralejo ne è l’esempio più eclatante), Lanzarote ha avuto la fortuna di essere coccolata e amata da un grande artista che ha lasciato la sua impronta su tutta l’isola: César Manrique. Questo straordinario e poliedrico personaggio è riuscito ad investire nel turismo senza deturpare il paesaggio ed esaltando la natura vulcanica dell’isola. Sua l’idea di mantenere bianche tutte le case e le costruzioni, regalando a Lanzarote un aspetto sobrio e chic.
Cose che ho visto (e che consiglio di vedere) a Lanzarote
Il Parco Nazionale di Timanfaya
Arrivata a Lanzarote la prima cosa che ho fatto è stata visitare il Parco Nazionale di Timanfaya, dichiarato “Riserva biosferica” dall’UNESCO nel 1993.
Ad accogliermi un paesaggio lunare a dir poco suggestivo. Su tutto il territorio si estendono numerosi vulcani ancora attivi e un mare di lava solidificata risalente alle grandissime eruzioni che ci furono tra il 1730 e il 1736 che inghiottirono villaggi e campi fertili.
L’accesso a gran parte del parco non è consentito nè a piedi nè con la propria auto.
E’ necessario affidarsi a visite guidate che permettono di attraversare tutta l’area a bordo di un pulmino.
L’accesso libero a piedi è consentito solamente sul litorale del Parco, attraverso un sentiero che si snoda lungo la costa all’interno di Timanfaya.
E’ possibile passeggiare a dorso di un cammello (animali molto diffusi sull’isola) nella zona dell’Echadero de los Camellos.
Il parco ospita un ristorante panoramico con grandi vetrate nel quale è possibile pranzare con cibi cucinati direttamente con il calore che emana il suolo del parco.
I vigneti della valle de La Geria
Le gite ai vigneti la maggior parte delle volte mi annoiano, ma scoprire che una terra così arida come quella di Lanzarote riesca a produrre dell’ottimo vino Malvasia è stata una scoperta davvero affascinante. Questo dimostra che gli abitanti di questa piccola isola Canaria sono riusciti a convivere con un paesaggio inospitale, sfruttando un terreno solo apparentemente non coltivabile (a Lanzarote si coltivano pomodori, mais, meloni, cipolle e patate).
I vigneti di Lanzarote hanno un aspetto decisamente singolare: le piante vengono collocate all’interno di una buca ricoperta di lava e circondata da pietre.
Playa de Papagayo
Una piacevole e panoramica passeggiata di una quindicina di minuti vi porterà a Playa Papagayo, una delle più belle spiagge dell’isola con sabbia dorata e mare cristallino. E’ una piccola caletta riparata dal vento ideale per passare una piacevole giornata al mare.
Se non amate camminare potete raggiungere Playa de Papagayo anche in macchina, pagando un pedaggio di 3 euro.
Jameos del Agua
Jameos del Agua è il luogo che mi ha fatto innamorare di quest’isola. E’ un museo, un auditorium, un ristorante, un bellissimo giardino. Un centro culturale ideato dall’artista Manrique che ha saputo perfettamente amalgamare l’artificiale con il naturale. Jameos del Agua è stato realizzato in un complesso di grotte sotterranee venutesi a creare in seguito all’eruzione del Monte de la Corona. Spettacolare il piccolo lago, casa di rarissimi granchietti albini.
Un’ottima cena con musica live presso il ristorante di Jameos del Aqua il martedì vi costerà solo 34,90 euro. Una cifra esigua per un posto di così rara bellezza.
Cose che non ho visto (per mancanza di tempo) ma che avrei voluto vedere a Lanzarote
Come ho scritto qui, a causa di un volo perso sono stata a Lanzarote poco più di ventiquattro ore, ed anche se l’isola è piccolina un giorno è decisamente troppo poco per godersela appieno.
Il giardino dei cactus
Il Jarden de cactus ospita ogni tipo di pianta grassa provenienti non solo dalle isole Canarie ma anche dall’America, dal Madagascar, dal Kenya, dalla Somalia e dalla Tanzania. Cesar Manrique (si, sempre lui) ha trasformato un’antica cava per l’estrazione di cenere vulcanica in un anfiteatro ricoperto da circa 1500 esemplari di piante grasse.
La Laguna verde a El Golfo
Una laguna verdissima circondata da sabbia nera in quello che un tempo era un cratere vulcanico. Il verde intenso dell’acqua è dovuto alla presenza delle alghe.
La casa/museo di Cesar Manrique
Una visita alla casa/museo di colui che ha aiutato Lanzarote a sviluppare una personalità così forte credo che sia d’obbligo.
Questo straordinario artista è riuscito a costruire la sua abitazione all’interno di cinque bolle vulcaniche, creando un ambiente che si sposa alla perfezione con la natura circostante.
Curiosità:
– Alcune scene del kolossal 2001 Odissea nello spazio sono state girate da Stanley Kubrick nel parco vulcanico di Timanfaya
– Il regista spagnolo Pedro Almodovar ha scelto Lazarote per girare alcune scene del film “Gli abbracci spezzati”.
Trovate tutte le foto scattate a Lanzarote sulla pagina FB di Be Road.
Ringrazio per l’ospitalità il Sands Beach Resort, ideale per le famiglie e non solo; per l’ottimo pranzo il lussuosissimo resort Princesa Yaiza; per l’intero viaggio Spain.info e Vueling.
Leggete anche Lanzarote, perchè sceglierla? di Paola_scusateiovado
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Fondatrice e autrice di BeRoad.it; Web Content Creator & Editor; Seo CopyWriter.
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