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Una gita ad Arcinazzo Romano, tra arte e cibo

Diario di viaggio di Elena Giuliani

Per chi ci abita, si chiama Ponza: da non confondere con l’omonima isola sul litorale laziale, visto che Arcinazzo Romano è decisamente in montagna, a circa 900 metri sul mare.

Un piccolo borgo posizionato strategicamente tra varie attrazioni che meritano assolutamente una visita, nella comunità montana della Valle dell’Aniene, in provincia di Roma ed al confine con la Ciociaria.


La zona è perfetta per passeggiate ed escursioni naturalistiche, ma è fondamentale viaggiare in macchina: sarebbe un peccato non visitare il borgo medievale di Subiaco, con una passeggiata lungo il fiume, e soprattutto i monasteri di Santa Scolastica e San Benedetto.


Il monastero di San Benedetto, detto anche il Sacro Speco (www.benedettini-subiaco.org), è un gioiello architettonico addossato alla montagna.
Tra gli splendidi affreschi non mancano scene pulp tipicamente medievali con scheletri e diavoli vari, e l’unico ritratto al mondo di San Francesco effettuato dal vivo (riconoscibile in quanto privo di stimmate e con un occhio più piccolo). Se questo non fosse un incentivo sufficiente ad affrontare la salita un po’ impervia per entrare, aggiungiamo che l’ingresso al monastero è gratuito.
Ancora prima dei monumenti medievali, Arcinazzo ha anche reperti romani: la Villa di Traiano tra Arcinazzo e gli Altipiani e quella di Nerone vicino Subiaco.
Dopo aver curato lo spirito, pensiamo dunque alla panza con un aperitivo al Bar Abetaia o all’Hobby Park agli Altipiani di Arcinazzo: a 6 km da Arcinazzo, gli Altipiani sono circondati da abetaie e regna un’atmosfera da villeggiatura un po’ d’élite e grande tranquillità che ricorda vagamente Twin Peaks.
Si ritorna verso Arcinazzo-Ponza, fermandosi al celeberrimo Sor Paiolo (aperto solo a pranzo), con una sosta alla fonte dell’acqua Il Faggio a riempire bottiglie di acqua leggerissima.
Tra le manifestazioni da non perdere, il 14 agosto c’è la solenne Inchinata: classica processione religiosa con stendardi e gonfaloni, che vengono portati su e giù per le ripide strade del paese. Segue quindi mangiata generale in piazza, con pasta e fagioli o pane e salsiccia a prezzi davvero competitivi.
E visti i castagneti nei dintorni non poteva mancare la sagra del marrone, tutti gli anni in autunno: anche in questo caso si mangia in piazza, pronti ad abbuffarsi dopo l’excursus culturale.


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