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Weekend in Franciacorta tra cantine, osterie e ristoranti

Il mio weekend a Franciacortando è stato denso, ma non stressante (a parte che mi sembra impossibile stressarsi con un bicchiere di Franciacorta in mano!).
Di seguito per voi un po’ di recensioni per farvi capire come gestire al meglio il vostro tempo in Franciacorta e dove godervela al massimo.
Prima di tutto il B&B: una bella scoperta. Il nome è banalmente semplicissimo da ricordare, Camignone (si trova ovviamente in località Camignone di Passirano) in un edificio del 1600 ristrutturato a nuovo, bellissimo. Camere dotate di ogni comfort ed Alba, la proprietaria è a dir poco deliziosa.

Vista dallo shop de Il Mosnel - foto di Gianni Mezzadri

Per il pranzo la scelta è caduta sulla cantina “Il Mosnel”. Ero felice come se mi avessero lasciato nel paese dei balocchi. Si perché il loro Franciacorta avevo avuto l’occasione di provarlo una sera a Torino, non mi ricordo nemmeno quando, ma il gusto mi era rimasto in testa. Poi, più nulla. Sarà che nella mia provincia fatica ad arrivare ma averne davanti un bicchiere è stato un piacere vero.
Farsene raccontare la storia, di quel bicchiere, ancora meglio.
Nelle parole dell’enologo scopriamo una meticolosa attenzione dalla raccolta (fatta esclusivamente a mano e i grappoli, selezionati in vigna, ovviamente si appoggiano, non si lanciano!) alla bottiglia. Una precisione maniacale per le barrique di rovere di origine francese, 225 litri è la dimensione ideale perché è la superficie massima di contatto per il vino, che è vivo ed ha un continuo scambio con la botte.
Non posso farci nulla, la passione che può metterci un enologo nel raccontarti il suo vino è quasi paragonabile ad un genitore che con orgoglio si vanta delle imprese di un figlio. E al Mosnel, hanno sette figli, tutti di qualità a dir poco notevole. E poi diciamolo, l’ambiente è terribilmente chic.
Alla fine quando ti spiegano la lavorazione di un vino, la lunga attesa, l’alta possibilità di errore e quante persone sono dietro le quinte di ogni singola partita di vino… Beh, cominci anche a capire il perché del costo (e ti sorgono anche atroci dubbi su quelli che hanno un prezzo più basso della Coca Cola).
Gamberi di Lago al Mosnel - foto di Gianno Mezzadri

Non era in programma, ma non ho saputo resistere. Cioè, avevo altro da fare nella tabella di marcia ma avere la cantina “lo Sparviere” era così vicina e non farci almeno una tappa rapida sarebbe stato scorretto contro la morale. La mia. E cosí siamo piombati là senza un effettivo preavviso e siamo stati accolti da Chiara con altri giornalisti, con una grazia che devo ammettere, è di pochi.
Farsi raccontare il loro Franciacorta “dal grappolo alla bottiglia” ammetto che ha avuto su di me il fascino di una fiaba quando ero bambina, che difficilmente credo di riuscire a riprodurre. La terra (calcare e argilla), il clima (leggermente più mite a Monticelli Brusati grazie al lago), una bassa resa per ettaro (70 quintali circa, quando il massimo è 115), la pressatura soffice dell’uva: ecco le basi. Il metodo Franciacorta è uguale per tutti, ma una frase ha racchiuso tutto: “vogliamo dare un taglio sartoriale al vino”. Delizia.
Ingresso de Lo Sparviere - foto di Gianno Mezzadri

Il brut è molto buono, non ho la preparazione per dare un giudizio dettagliato, ma sul Rosè mi esprimeró. È divino. Diverso da qualsiasi altro, una scoperta che ad ogni sorso ti esplode in bocca (più che nel naso) ed é quasi senza dubbio il miglior Franciacorta Rosè mai bevuto. Ovviamente, gusto personale.
Una chiacchiereata con Costantino Gabardi, che si è occupato della visita e della degustazione, parlando di cibo e vino mi fa sprofondare nella più profonda consapevolezza di ignoranza e come ogni volta mi riprometto di buttarmi sui libri di settore e fare un corso da somellier. Ma credo che parlare con uno che ha votato la sua vita all’arte del cibo e del vino faccia sentire chiunque così. O almeno è quello che spero.
Per l’aperitivo facciamo tappa dalla Dispensa Pani e Vini (a Torbiato frazione di Adro, in via Principe Umberto 23), celebre – oltre che per una validissima cantina/shop di qualità –  ovviamente per lo chef, Vittorio Fusari. Entri, e il profumo di formaggio é inebriante. Puó piacere o no ma a me è venuta l’acquolina in bocca. Bollicine abbinate a dei minitoast al formaggio, salume locale, mini hamburger. Non resisto e chiedo di vedere la cucina, che è giá invitante di per sè visto che è a vista e quindi si, si puó tranquillamente guardare dentro. Mentre siamo in questo ambiente  pulitissimo (non posso, non ce la faccio a non notarlo… come non riesco a non notare le piastre ad induzione al posto dei fuochi, “per creare un ambiente più salubre”, a quanto pare) mi accorgo che i vetri danno anche sulla strada, curioso. Lo chef mi spiega che per lui è importante lo scambio continuo che si ha continuamente con il cliente, lo trova stimolante. Sorrido. Scherziamo sul fatto che i cuochi spesso sono un po’ matti e che non tutti potrebbero lavorare con un vetro davanti. Con grazia mi risponde “bisogna saper mettere l’etica davanti a tutto, anche al talento”. Rimango con la voglia di provare i suoi piatti e di farmeli raccontare da Davide, il responsabile amministrativo che si, ha davvero un talento nel trattare le persone.
Per la cena è stata designato il Ristorante Hostaria Uva Rara, a Monticelli Brusati, nascosto dalla vegetazione si trova l’ingresso di questa cascina del ‘400, suggestiva di per sé e che riesce a dare il meglio quando sei seduto con i piedi sotto la tavola.
Si può scegliere alla carta ma il ristorante propone anche diversi menu degustazione – mare, tutta carne, il territorio, vegetariano e il lago – ed è proprio quest’ultimo che ha attirato la mia attenzione oltre a quello dedicato a Franciacortando. Perchè oltre alla qualità ottima dei pesci marinati (è abbastanza facile che siano troppo acidi) ed i primi delicati mi ha sciolto il cuore la tempura di verdure con anche pezzetti di grana. Tendo a non prenderla di solito, perché dopo averla provata in Giappone tutto ha il sapore spento e piatto di un qualsiasi fritto misto: questa era un Tempura, perfetta, eccellente. La chicca del grana poi è riuscita a toccare le corde giuste.
Accogliente, formale ma non troppo, tavoli distanti per dare la giusta intimità e il giusto spazio ad una cena davvero piacevole.
La domenica mattina in teoria avevo in programma anche una visita alla cantina Bersi Serlini ma sono stata trattenuta (non sicuramente a forza ma con un’immensa gioia) all’Albereta, quartier generale dell’ufficio stampa di Franciacortando e paradiso formato chateaux. Ho provato al pomeriggio ma erano impegnati e mi hanno detto di tornare in un altro momento. Perplessa sono tornata a casa con la gioia di essermi goduta la meraviglia del resto.
Per Bellavista e l’Albereta bisognerebbe aprire un capitolo a parte per l’immensità del progetto: la cantina è grandiosa, il lavoro manuale che viene fatto (tutte le bottiglie vengono girate manualmente), la cura maniacale delle botti, una famiglia che ha reso un vino un marchio di eccellenza… E loro nascono come costruttori. A questo piccolo regno un paragrafo a parte.
Una classifica col sorriso delle meraviglie bevute in Francicorta? Mia personalissima opinione, ovviamente.
Un brut: senza dubbio quello del Mosnel. E’ perfetto, delicato ma asciutto, un perlage finissimo, un gusto che riuscirebbe ad abbinarsi anche ad un panino con la mortadella e renderlo un pasto speciale.
Un rosè: quello de Lo Sparviere, il rosè Monique. Mi ha lasciata basita la grazia che aveva: una favola in un bicchiere. L’ho consigliato quasi compulsivamente a tutti. Il prezzo (dai 15 ai 20€) li vale tutti.
Un satèn: Gran Cuvée Satén di Bellavista, anche se questo l’ho già deciso da anni e Franciacortando mi ha fatto solo ricordare perché lo amo così tanto vedendo il lavoro che c’è dietro. Può essere definito in mille modi per la sensazione che ti lascia in bocca, io se chiudo gli occhi e penso a un bicchiere con dentro questo vino sorrido, dev’esserci per forza un dolce e qualcosa da festeggiare.
Guarda tutte le foto scattate a Franciacortando da Gianni Mezzadri sulla pagina FB di Beorad

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Valentina Besana

Mi chiamo Valentina Besana, adoro viaggiare con il mio compagno e i nostri due figli di 10 e 13 anni. Da quando siamo una famiglia sono sempre alla ricerca di mete kids friendly che amo condividere su questo blog.

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