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| Valentina Besana |

Dalle città invisibili alle città reali: emozioni a spasso per la Tuscia

Ogni terra, ogni luogo ha una storia da raccontare. A dir la verità in Italia credo che ogni angolo racchiuda la delizia di un segreto da rivelare, di un passato che è diventato storia, ma come diceva il buon Calvino “D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”. E quindi, mentre rimetto “Le città invisibili” sul mio comodino, penso alle domande che una terra come la Tuscia può scatenare dentro ognuno di noi, dentro il viaggiatore tipo che si ritorva nelle incontaminate campagne laziali, dove qua e lì si vedono reperti, rovine e montagnole che segnalano tombe antiche.



Per parlare di Tuscia bisogna narrare di terre dalle origini antiche, di pagine ingiallite dimenticate nelle pieghe della storia e raccontate e reinventate a piacimento di chi la storia, si divertiva a farla a seconda del suo gusto personale. Negli scorci del paesaggio o nella morfologia di una chiesa scopri l’alternanza di influenze di romani, viterbesi, etruschi, puoi leggere nei ciottoli di una strada come le città fossero frutto di conflitti, di conquiste fatte con la spada o con l’inganno, e di come il dominio su un territorio non sia mai solo politico o territoriale, ma che la bandierina la metti soprattutto con la religione e la cultura che ti porti dietro.
E quindi dopo due giorni di blog tour, ripenso alle emozioni provate, e ragiono su quello che ho visto. Tutta la zona del viterbese è un fazzoletto d’Italia che è scrigno di grandi amori di artisti (Pasolini era, per esempio, pazzo di Viterbo a tal punto di trovare pace e rifugio nella torre di Chia, nel centro cittadino) e di citazioni (quanti sanno che anche Dante racconta più di una volta di Viterbo nella sua Divina Commedia?), terra dove affondano le radici delle nostre abitudini, della nostra storia e in cui la nostra origine contadina emerge in un paesaggio ancora incontaminato.

Il pulpito di Santa Maria Maggiore - Tuscania
Il pulpito di Santa Maria Maggiore – Tuscania

Lo so che pensare ad origini chic come quelle romane che ci hanno propinato film come Il Gladiatore ci dà un tocco in più all’estero, ma queste colline hanno la bellezza acerba di chi è ancora pulsante di energia, con la carica e la voglia di farsi scoprire e raccontare. Basta deviare con la macchina dalle trafficate strade della capitale ed ecco che si viene catapultati in un mondo così diverso a tal punto da rimanere a bocca aperta. Campagne. Rovine così dense da inciamparci.
L’idea di Italy Different è proprio questa, far scoprire quegli angoli di meraviglia che spesso sono oscurati dalle superstar del turismo. Quanti sono andati a Venezia e non hanno idea di cosa ci sia intorno?
Laura, l’anima di Tusciainrete.it ha saputo cogliere l’essenza della sua terra d’origine e soprattutto ha capito come trasmetterla. Qual’è il punto forte di questi percorsi e del loro lavoro? Abbiamo cinque sensi, sfruttiamoli tutti!
E così, vagando per le terre d’Etruria ti accorgi di godere della stessa sensazione di quando ti siedi a tavola e pietanza dopo pietanza ti accorgi che sono cibi che ti venivano serviti da bambino, e ti evocano la sensazione di ricordi dimenticati, di comfort food, cibo per l’anima.
La Tuscia è sempre stata lì. Viterbo pure, ma quanti la conoscono? Quanti sanno cosa può offrire?
Viterbo
Quartiere San Pellegrino, Viterbo

La serata passata a Viterbo è da raccontare. Antonello Ricci ci ha accompagnato in una notte piovosa per le viette acciottolate di quella città Cenerentola che se fosse svuotata dalle macchine sarebbe un museo a cielo aperto. Di monumenti estremamente famosi non ce ne sono, ma ad ogni angolo c’è una storia. Quanti hanno mai sentito nominare Annio Da Viterbo? Un frate nato a metà del 1400 con una grande passione per gli studi umanistici. E fin qui, nulla di strano. Ma come ci si sente a sapere che era appassionato a tal punto da inventarsi di sana pianta storia, origini e miti della città? E pensate davvero che noi non discendiamo da gente cosi? Ho riso, mi sono incuriosita, volevo sapere tutto. In quella serata siamo stati accompagnati da racconti storici tra le righe della Divina Commedia, da pezzi dell’Otello di Shakespeare recitati con lo scroscio della fontana di piazza della Morte come colonna. Perché sembra strano ma dal Palazzo dei Papi si affaccia l’Otello di Orson Welles. La storia non è ambientata lì ma a Cipro? E che importa.
E potrei stare qui ore a scrivere i dettagli di quella città, di una Tuscania in cui è ancora visibile un’antica via Cassia, spiegare cos’è un profferlo (per la cronaca, cito da wikipedia “è un elemento tipico dell’architettura civile del Medioevo, costituito da una scala a una sola rampa che corre lungo la facciata dell’edificio, in cima alla scala una piccola loggia che precede la porta di ingresso dell’abitazione”) o come cambino le tombe quando i romani irrompono nella storia etrusca o altri mille dettagli, ma tutto quello che mi viene da dire è  “andateci”.
Lasciatevi guidare, non fate da soli (i limiti sono evidenti purtroppo: io non sarei mai riuscita ad arrivare all’Ara della Regina visto che non c’era neanche un pezzo di cartello, mannaggia!), perché la Tuscia è da tramandare come una storia raccontata davanti al camino. E la cosa curiosa è che quando sarai lì ti racconteranno la tua storia. Un po’antica ma sempre tua.
Mi piacciono le cose semplici, mi piace l’amore per la terra, amo chi è ancorato alla storia e non vede l’ora di lasciartene un pezzo. Ho amato la Tuscia e credo ci tornerò presto. Lo saperte che da quelle parti fioriscono sterminati campi di lavanda che non hanno nulla da invidiare alla Provenza?
Disdico l’hotel oltre confine. Si torna in Tuscia.
Tutte le foto scattate in Tuscia le trovate sulla pagina FB di Be Road

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Valentina Besana

Mi chiamo Valentina Besana, adoro viaggiare con il mio compagno e i nostri due figli di 10 e 13 anni. Da quando siamo una famiglia sono sempre alla ricerca di mete kids friendly che amo condividere su questo blog.

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